giovedì 17 marzo 2011

Khao Yai National Park

Il KY National Park si è da subito rivelato una bella sorpresa. Un mondo totalmente diverso dalla Thailandia che solitamente colleghiamo alla spericolata vita notturna di Pattaya, ai centri commerciali di Bangkok, alle belle ma ipersfruttate spiagge di Koh Phi Phi, Koh Lipe o Phuket. Il Parco è anch'esso circondato da discutibili centri turistici in cui Thailandesi del fine settimana si illudono di essere a Venezia, Firenze o Roma, ma appena arrivati all'entrata del parco tutto cambia. Non c'è traffico, pochissime auto, qualche temerario ciclista deciso a sfidare ripide salite e una manciata di centauri "farangs". Quello che più colpisce di questo enorme parco è il silenzio, la quiete, il fresco del suo clima, gli innumerevoli fiumiciattoli e cascate, il canto dei grilli, il cielo punteggiato di stelle, la tranquillità dei suoi abitanti. Questi sembrano vivere in una sorta di simbiosi con le creature che popolano il parco. Mentre gustavo il mio mediocre Pad Thai, davanti a noi un enorme cervo digeriva la fresca erbetta appena mangiata mentre un suo compare, altrettanto grande, si aggirava davanti alle cucine attratto dal profumo che ne usciva. Davanti al parcheggio un piccolo camoscio si rilassava al sole guardingo ma tranquillo. Si può visitare il punto più alto del parco, all'interno di una base militare, la vista è spettacolare perchè domina diverse vallate e l'aria è di una purezza incredibile, si può partecipare a safari notturni, visitare grotte abitate da pipistrelli, limitarsi a una oziosa ma indimenticabile vita in tenda..
I numerosi sentieri sono intervallati da utili  cartelli che spiegano i nomi e la tipologia oltre che le relazioni ecologiche tra le diverse specie: ad esempio anche piantine brutte e all'apparenza inutili come il Cong Grass (Ya Kha in Thailandese) ha una grande importanza perchè nei periodi di siccità  riesce a crescere trattenendo quella poca umidità presente nelle prime ore del mattino, oltre che a proteggere il sottostante terreno dai raggi del sole e a costituire il nutrimento per alcuni animali come Gauri e cervi.
Insomma un'esperienza seppure breve, indimenticabile, rilassante e istruttiva e il sicuro proposito di tornare al Khao Yai o di conoscere altri bellissimi parchi della Thailandia.

mercoledì 9 marzo 2011

Magia di un Treno Thai

Quest'anno ho scoperto la magia del treno, proprio viaggiando in Thailandia. Dapprima ho preso il treno per arrivare a Chiang Mai dalla bellissima stazione di Hua Lam Phong o, sia un enorme ritrovo di viaggiatori, a Bangkok.
E' incredibile come questa stazione dall'aria così affascinante, antica, e retrò, con una copertura simile a quella della stazione Centrale di Milantori stranieri e Thai. Anche le attese più lunghe sono piacevolmente assorbite dal via vai dei monaci, da intere famigliole con bambini al seguito, da piccoli set cinematografici, da trasmissioni TV e dall'immancabile presenza di cibo Thai.
Il treno è composto di semplici ma efficientissime carrozze "made in Korea", viaggiando di notte le cuccette sono quasi d'obbligo e l'esperienza davvero notevole; si scambiano chiacchiere, opinioni ed esperienze con altri viaggiatori, finchè non arriva il controllore e poi un addetto alle cuccette appunto. Quest'ultimo nel giro di 5 minuti trasforma un normale scomparto in due comodissimi lettini, sistemando con rapidi movimenti lenzuola, coperte e cuscini. Lo sferragliare e le fermate in piccoli villaggi accompagnano anche le tratte più brevi, come quelle che da Bangkok portano, a prezzi ridicoli, a Ayutthaya o a Chachoengsao.  In quest'ultimo caso si tratta di treni molto piccoli, con 3 o 4 carrozze, affollatissime di studenti, casalinghe o commercianti Thai. Gli orari dei treni sono quasi puntuali alla partenza ma assolutamente aleatori  all'arrivo. La linea infatti è a binario unico e spesso il trenino deve attendere il passaggio di un altro treno, per cui mi è capitato di arrivare con ritardi di 1 o anche 2 ore abbondanti. La scomodità viene però ricompensata con il paesaggio che si rivela in tutta la sua bellezza e semplicità, le risaie verdissime, gli spaventa passeri (ma da noi esistono ancora?), quei piccoli canali in cui pescano, nuotano o si lavano intere famiglie che vivono in casette di legno. Se poi si ha la bravura di imparare un po' di Thai, la possibilità di scambiare due chiacchiere con la signora che vende dolcetti Thai o spiedini di carne, è assicurata. Ma almeno quando siamo in vacanza, possiamo permetterci di viaggiare "slow travel"????

martedì 1 marzo 2011

Chiang Mai

Lo scorso anno ho visitato questa citta da vero turista, facendo escursioni di ogni tipo: rafting su un fiumiciattolo profondo 30cm, una cavalcata su elefante per la gioia di mia mamma, una bella pedalata in mezzo alla natura, visita al bellissimo tempio del Doi Suthep e limmancabile bellissimo Sunday Market. Quest anno invece mi sono limitato alle acque termali di San Kamphaeng, 36km da CM, passando una mezza giornata di relax in mezzo a famigliole Thai attrezzatissime per il pic nic in mezzo alle acque bollenti, perfette per bollire le uova che ti vendono dentro al parco. Piuttosto ho cercato di sfruttare le mie mattinate, quando il Mirkao era ancora nel pieno del suo sonno REM, per visitare i mercati di frutta e verdura locali dove era quasi impossibile non assaggiare ogni giorno qualche frutto, zuppa o dolcino diverso, bere un succo appena spremuto o comprare un raviolo di gamberi, ovviamente a prezzi Thai. In generale CM non mi ha entusiasmato, non so, forse per il suo traffico bestiale, per lo smog, per la tonnellata di Farangs (io sono uno di loro, lo so..)quasi ovunque, per la scarsa simpatia e spontaneita di molti Thai forse stufi di vedersi invasi da turisti e residenti occidentali, anche se soprattutto i primi portano soldi e lavoro ai locali. Splendide alcune librerie fornitissime di ogni genere di libro usato, ma anche nuovo, in lingua inglese. Anche qui viene fuori lo spirito affaristico dei Thai che comprano il tuo bel libro ancora nuovo e perfettamente rilegato a 40 o 70 THB (meno di 2 euro) per poi rivenderli a 5 volte tanto. La ragazzina della libreria mi ha giustamente detto: Sir, this is business...e come darle torto???

lunedì 28 febbraio 2011

Perché viaggiamo???

.One week ago while relaxing in my tiny shabby 8 dollar room on the Bui Vien road, SaiGon (Vietnam)I asked to myself: Why we travel?????Maybe to skip our cold unpleasant weather?or maybe to meet smart interesting people or to visit terrific unique places, or as suggested by my friend Mirkao to enjoy women far more charming and sensual than Italian ones? My opinion is that the REAL reaso is that we do need to travel to make our soul and our mind free. To make them escape from our routine, from our duties, from our work and/or family responsibilities, in other words to fly away and to return children when we could spend our time just playing, kidding and eating.

Here is a kind of confirm to my "idea" of our need to travel, written in the Guardian by Jonah Lehrer:
"..we need to change cultures, to experience the disorienting diversity of human traditions. The same details that make foreign travel so confusing – Do I tip the waiter? Where is this train taking me? – turn out to have a lasting impact, making us more creative because we're less insular. We're reminded of all that we don't know, which is nearly everything; we're surprised by the constant stream of surprises. Even in this globalised age, slouching toward similarity, we can still marvel at all the earthly things that weren't included in the Lonely Planet guidebook and that certainly don't exist back home.
So let's not pretend that travel is always fun. We don't spend 10 hours lost in the Louvre because we like it, and the view from the top of Machu Picchu probably doesn't make up for the hassle of lost luggage. (More often than not, I need a holiday after my holiday.) We travel because we need to, because distance and difference are the secret tonic of creativity. When we get home, home is still the same. But something in our mind has been changed, and that changes everything."